Sant'Agata sui due Golfi



























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Sant'Agatesi rapiti dai Turchi

Abitanti nel 1489

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(iI numero indica i componenti del fuoco senza il capofamiglia.)
Elenco dei rapiti dai Turchi nell'incursione del 13 giugno 1558:

- Lucrezia, ved. di Paciucco de Martino, di anni 34.
- Nicola Anello de Simone, con un figlio di anni 22.
- Adriana e Sigismina, figlie del fu Paolo d'Accietto.
- Diamanta e Beatrice, figlie del fu S. d'Aveta.
- Consalvo d'Accietto, con moglie e due figli.
- Cataldo Cacace e Diana nipote di anni 22.
- Minico de la Martina, Ant. fratello ed Ippolita sorella.
Abitanti di Pàstena nel 1489:

- de Martino Bernardino 3
- Spano Jacobo 5
- de Nubila Thesauro 2
- Spano Bernucio 7
- Spano Pacifico 4
- de Jennaro Criscillo 7
- de Accietto Nardo 1
- Jrolla Luca 7
- del Pistiglone Andrea 2
- D'Aveta Sabato 5
- D'Aveta Giliberto 4
- d'Aveta Joanne 2
- d'Accietto Donnus Jacobus 4
- d'Accietto Lancellocto 7
- de Monteforte Grabiele 3
- de Nubila Piacente 3
- d'Accietto Joanne 2
- Maldacea Cola 2
- Severino Solazo 7
- Cacace Mastro raynaldo 10
- de Nubila Anello 7
- Vicedomini Paulo 8
- de Martino Vincentio 4
- Russo Joanello 6
- Sabatello dela foria de Salerno 2
- Adaniele de Solofra solus.
Fonte: Storia di Massa Lubrense di Riccardo Filangieri di Candida
la di San Sebastiano del sec. XV. Pàstena confina con S.Agata con la quale è collegata tramite strada rotabile inaugurata il 12 ottobre 1881. La sua popolazione è di poche centinaia di anime. La chiesa parrocchiale in origine era un'estaurita sotto il titolo di S. Michele Arcangelo; ma verso la fine del sec. XV fu dedicata a San Paolo Apostolo. Istituita la parrocchia a S. Agata nel 1566, ne divenne succursale; ma nel 1613 se ne distaccò e fu dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. Nel 1847 il parroco Gargiulo vi fece opere importanti aggiungendo tutta la parte anteriore della chiesa, ingrandì la sacrestia, ricostruì il campanile e rifece la decorazione interna. Essa è costruita ad una sola nave, abbastanza spaziosa, con abside. L'altare maggiore, di marmi policromi, è in buone linee del settecento, fu eretto a devozione di Angelo Gargiulo nel 1770. Vi è un quadro pregevole rappresentante i due primi Apostoli. Altro quadro rappresentante San Francesco di Paola è attribuito alla scuola del Reni. Come detto in precedenza da Pàstena trasse il nome la famiglia de Pàstina che è riportata tra quelle nobili dal Lumaga. Salvatore de Pàstina, uomo pio e liberalissimo, avendo accumulato un'ingente fortuna, la impiegò in gran parte pe opere di beneficenza: monte maritaggi per le ragazze della sua famiglia ed assegni ai giovani della medesima per i loro studi e per conseguire il dottorato (1604). Fu sepolto nella chiesa di S. Severino di Napoli, e vari anni dopo la sua famiglia gli poneva un'iscrizione nella cappella di famiglia nella chiesa di S. Agata sui due Golfi.
   Pàstena in antichità era chiamata anche Pàstina, nome che passò alla famiglia originaria del luogo, che fu detta de Pàstina. Il paese giace sul versante meridionale della collina del Deserto, a 350 metri s.l.m.. Si trova la prima menzione del Casale nei fuochi del 1489; e nel 1560, allorchè il celebre scultore Annibale Caccavello vi possedeva terre e case. Fino al 1613 appartenne alla parrocchia di S. Agata, quindi vi fu istituita la parrocchia nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Notevole è anche la cappel-
Pàstena








































 






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