Sant'Agata sui due Golfi



























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Fonti: Storia di Massa Lubrense di Riccardo Filangieri di Candida;
"Il Deserto di S.Agata sui due Golfi" di Luigi Poi;
   Nella parte più alta della collina del Deserto di Sant'Agata sui due Golfi, è possibile catturare con un unico colpo d'occhio la bellezza dei Golfi di Napoli e di Salerno. Per godersi uno dei panorami più famosi della penisola sorrentina, basta salire sulla torretta del monastero. L'intera struttura, di grandi dimensioni, fu costruita nel 1679 dai padri Carmelitani Scalzi Teresiani. Nel 1867 venne restaurato da padre Ludovico da Casoria che vi fondò l'ordine dei frati Bigi. Negli anni '70 del secolo passato, però, l'ordine dei frati fu sciolto da un provvedimento papale e la proprietà del monumentale complesso passò alle suore Benedettine, le quali seguono rigide regole di clausura. Il Belvedere del Deserto per secoli ha incantato generazioni di turisti, tra cui, all'epoca del Grand Tour, visitatori famosi come Goethe, Nietzche, Wagner e Stendhal. Nell'800, quando il monastero fu ceduto dalla parrocchia di Sant'Agata a padre Ludovico da Casoria, la cessione fu vincolata da un accordo che prevedeva la fruizione del belvedere, della foresteria e dello stesso convento per visitatori e turisti. I frati Bigi incentivarono le potenzialità turistiche della struttura al punto che varie guide turistiche, italiane e straniere, menzionavano il Deserto e la bellezza del suo belvedere. Nel monastero c'è una sala maiolicata chiamata " sala Ginori", (attualmente chiusa), dove vi è una rara e preziosa collezione di ceramiche d'epoca. Intorno al monastero sono state scoperte, in passato e di recente, varie necropoli dove sono stati trovati migliaia di reperti archeologici, altri aspettano di essere riportati alla luce e solo una parte di essi è custodita nel museo Vallet a Piano di Sorrento.
I Padri Carmelitani Scalzi o Teresiani nel 1679 supplicarono il Pontefice per ottenere il permesso di edificare, in cima alla collina del Deserto, una casa monastica sotto il titolo di clausura. Avuta la concessione, i Carmelitani iniziarono subito la costruzione e la completarono con il denaro mandato dai loro confratelli in missione in Persia e Malabar. Il nuovo convento fu costruito su vasta pianta sui resti di un vecchio rudere di origine greca, probabile avanzo del mitico tempio delle sirene. Fu messo sotto il titolo del Monte Calvario, ma nel 1746 vi erano solo tre padri ed un frate.
Il Monastero fu soppresso da Murat nel 1810 e per un certo tempo ne furono custodi due fratelli laici. Poi fu dato in congrua al parroco di S. Agata, ma da allora cominciò ad andare in rovina finché nel 1859 Francesco II lo restituì ai Teresiani. Ma dopo pochi mesi la rivoluzione del 1860 rese nullo il decreto del Re e l'edificio fu nuovamente abbandonato. Nel 1866 il Marchese Casanova, dopo aver visitato il convento, sollecitò Padre Ludovico da Casoria a fondarvi una casa del suo ordine. Così la vigilia di Pentecoste del 1867 si riaprì il Deserto per uso di ospizio di poveri orfanelli ai quali furono poi aggiunti i vecchi poveri ed inabili al lavoro. Pochi decenni orsono, ridotti di numero i Padri Bigi e soppresso l'Ordine, il convento rimase in abbandono per poi passare, infine, alle Benedettine di San Paolo. All'edificio sono stati apportati radicali restauri.
Il Deserto ed il monastero







































 






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